Ampliare il dibattito sullo stato di salute dell'architettura italiana – con un faro puntato sulla qualità nella progettazione e sui mezzi per favorirla – e rilanciare la figura dell’architetto. Stimolando i professionisti di ogni provenienza, generazione e specializzazione, a partecipare al dibattito, esprimere la propria opinione e immaginare possibili proposte per risalire la china in cui è sprofondata la professione.
È questo il senso dell’iniziativa POST_ARCH, ideata dall’omonima associazione culturale e promossa dalla Consulta Giovani Architetti Roma, dall’Ordine degli Architetti PPC di Roma e sostenuta dal Cnappc, presentata nello scorso numero de L’Architetto. Il primo evento – curato da Antonio Luigi Stella Richter, Marco Cherubini e Giorgia Dal Bianco, animatori dell’intero progetto – è andato in scena lo scorso 10 giugno presso la Casa dell’Architettura di Roma.
Un incontro dedicato al tema “La professione oggi in Italia” accompagnato dall’inaugurazione della mostra Architettura 0.0 (aperta fino al 27 giugno), una raccolta delle “cartoline” – scaricate attraverso il sito http://www.postarch.it (dove è possibile visionare tutto il materiale in mostra) e pervenute all’Ordine romano – in cui più di 600 architetti hanno risposto alla domanda “Cos’è l’architettura?”, attraverso scritti, disegni, foto e immagini, che hanno mostrato la voglia di esprimersi e di partecipare al dibattito da parte dei professionisti.
La conferenza e l’inaugurazione della mostra – spiega Antonio Luigi Stella Richter, delegato alla Consulta Giovani Architetti Roma e presidente di POST_ARCH – sono state un modo per richiamare l’attenzione sulla situazione in cui versa oggi la professione di architetto. Caratterizzata, oltre che dalla mancanza di sbocchi lavorativi, anche da una crescente assenza di qualità nell’attività di progettazione. Il tema al centro della discussione è: cosa fare per andare avanti?”.
Ne hanno dibattuto professionisti provenienti dai diversi campi della progettazione – tra i quali Massimo Alvisi e Junko Kirimoto, Vincenzo Latina, Enrico Da Gai, Laura Zampieri – ma anche docenti che hanno affrontato il tema della pianificazione, come Giorgio Piccinato e Giovanni Caudo dell’Università degli Studi Roma Tre. “Diverse generazioni, diverse professionalità, provenienti da diversi campi di attività, hanno contributo ad alimentare il dibattito con un unico obiettivo: provare a capire, in ogni ambito, cosa significa qualità del progetto”, afferma Stella Richter.
La qualità si può conseguire solamente – è emerso dal confronto – se tutti i passaggi del processo che conduce alla stesura e alla realizzazione di un progetto vengono rispettati: pianificazione, rapporto con pubblico e privato, sicurezza nei cantieri, regole certe e uguali per tutti. L’unica direzione in cui potrà espandersi la professione è quella della riqualificazione e rigenerazione urbana. Ma è stato affermato anche che sul piano della formazione bisogna cambiare marcia: fare in modo che i futuri professionisti, oltre a possedere le necessarie conoscenze teoriche, siano da subito competitivi, sappiano affrontare e presentare un progetto, conoscano le problematiche di cantiere.
“Tra gli obiettivi della nostra iniziativa – conclude il presidente di POST_ARCH – ci proponiamo di diventare un osservatorio permanente sull’architettura italiana e di produrre una ‘carta della qualità’, individuando le basi principali su cui fondare il futuro della professione”.
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