Il CNAPPC prenderà parte insieme ad una rappresentanza della Struttura Tecnica Nazionale all’esercitazione Sisma dello Stretto 2022 per un aggiornamento delle attività da mettere in campo in caso di terremoto e tsunami in Calabria e Sicilia.
L’iniziativa che si terrà dal 4 al 6 novembre è organizzata dal Dipartimento della Protezione civile in raccordo con le due Regioni.
Durante l’esercitazione verrà testato, il modello d’intervento nazionale per il soccorso sul rischio sismico con l’attivazione dei Centri di Coordinamento, la realizzazione di working area per attività di soccorso tecnico urgente e sanitario, l’allestimento di aree di accoglienza per la popolazione, l’impiego delle Colonne Mobili.
La Struttura Tecnica Nazionale sarà operativa, nello specifico, nella giornata del 5 novembre durante la simulazione di un terremoto di magnitudo 6.0 che avrà un significativo impatto sulla popolazione e sugli immobili, a seguito del quale i professionisti agibilitatori AEDES iscritti alla Struttura delle due Province di Reggio Calabria e di Messina - e delle altre province della due Regioni coinvolte - dovranno procedere con la valutazione del danno e dell'agibilità tramite compilazione della scheda AEDES.
L'obiettivo di questa iniziativa è quello di operare, “in tempo di pace”, in uno scenario che noi professionisti potremmo trovarci ad affrontare, soprattutto in un territorio altamente esposto al rischio sismico come quello dello stretto di Messina.
L’importanza di iniziative sul campo, deve ovviamente andare di pari passo con la diffusione e valorizzazione della cultura della prevenzione e con l’investimento - che mi auguro venga intensificato - negli strumenti in grado di ridurre i rischi alle persone, agli edifici, al nostro patrimonio culturale.
E’ doveroso ricordare sempre gli alti costi soprattutto nei termini di perdite umane e successivamente economici causati dagli eventi sismici e dalla conseguente ricostruzione. Dal 1968 ad oggi le vittime per terremoti sono state oltre 5.000, mentre per la ricostruzione sono stati spesi circa 130 miliardi di euro: accurate politiche finalizzate alla prevenzione avrebbero sicuramente ridimensionato di molto questi numeri.
Silvia Pelonara, responsabile Dipartimento Protezione civile, cooperazione e solidarietà