Le Commissioni riunite II Giustizia e III Affari esteri della Camera dei Deputati stanno esaminando i progetti di legge recanti ratifica ed esecuzione del Protocollo n. 15 recante emendamento alla Convenzione per la salvaguardia dei diritti dell'uomo e delle libertà fondamentali e del Protocollo n. 16 recante emendamento alla Convenzione per la salvaguardia dei diritti dell'uomo e delle libertà fondamentali.
Tali Protocolli, già in vigore per altri Stati (Francia, Albania, Armenia, Estonia, Finlandia, Georgia, Lituania, San Marino, Slovenia e Ucraina) rientrano in un progetto di riforma della Convenzione Europea dei Diritti dell'Uomo (CEDU) volta a rendere sempre più uniti e collaborativi gli ordinamenti, per corroborare il coordinamento tra organi giurisdizionali e sistemi di tutela, ed in una ottica deflativa di alleggerire il carico di lavoro della Corte EDU, che ha giurisdizione per un’utenza di più di 800 milioni di cittadini.
I due protocolli si occupano, in particolare, della riduzione del termine per la presentazione del ricorso individuale alla Corte EDU, dagli attuali sei mesi a quattro mesi (protocollo n. 15) e dalla possibilità delle più alte giurisdizioni di presentare alla Corte EDU delle richieste di pareri consultivi su questioni di principio relative all’interpretazione o all’applicazione dei diritti e delle libertà definiti dalla Convenzione o dai suoi protocolli (protocollo n. 16).
Con quest'ultimo protocollo, una volta recepito dall'Italia, la Corte Costituzionale, la Corte di Cassazione, il Consiglio di Stato, la Corte dei Conti, e il Consiglio di giustizia amministrativa della Regione siciliana possono richiedere alla Corte EDU di pronunciarsi in via consultiva all’interno di una causa pendente su questioni inerenti casi concreti, ove vi siano implicazioni con la Convenzione Europea dei Diritti dell'Uomo.
Tali protocolli, una volta recepiti nell'ordinamento italiano, renderanno più efficiente il meccanismo di protezione dei diritti, e saranno un ulteriore strumento di tutela giurisdizionale che, si auspica, non allungheranno ulteriormente i tempi dei processi, a fronte del rinvio alla Corte EDU.
A cura dell’Avv. Marco Antonucci