La I Commissione Affari costituzionali in sede di Atti del Governo, ha iniziato l’esame dello Schema di decreto legislativo recante norme per il riordino della disciplina in materia di conferenza di servizi.
La delega contenuta nell’art. 2 della L. n. 124 del 2015 (c.d. Legge Madia) mira a riformare il principale istituto di semplificazione in caso di procedimenti complessi, che richiedono una valutazione contestuale tra plurimi interessi, sia pubblici sia privati, in vista di un risultato finale unitario, ovvero la conferenza di servizi.
La delega si fonda su alcuni principi innovativi , fra i quali la riduzione delle ipotesi in cui la conferenza di servizi è obbligatoria, la partecipazione in conferenza di un rappresentante unico, anche per le amministrazioni statali, certezza dei tempi della conferenza, ovvero necessità che qualsiasi tipo di conferenza di servizi abbia una durata certa, anche con l’imposizione a tutti i partecipanti di un onere di chiarezza e inequivocità delle conclusioni espresse, e l’espressa introduzione del potere di autotutela.
Le modifiche sono introdotte mediante novelle che riscrivono gli articoli da 14 a 14-quinquies della legge n. 241 del 1990, assieme a disposizioni di coordinamento con le discipline settoriali della conferenza di servizi, in materia di edilizia, sportello unico per le attività produttive, autorizzazione unica ambientale, valutazione dello studio di impatto ambientale ed autorizzazione paesaggistica.
Si auspica che il futuro decreto legislativo si riveli efficace e che, oltre alla semplificazione procedimentale conseguibile con il nuovo testo, si persegua una semplificazione sostanziale, che si concretizzi in politiche pubbliche capaci di regolare e graduare i diversi interessi.
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