Il 16 dicembre a Roma saranno conferiti, per il decimo anno, i Premi “Architetto/a italiano/a” e “Giovane talento dell’Architettura italiana”. Il decennale di questo Premio non è solo una ricorrenza, è testimonianza di affezione a questo riconoscimento che anche quest’anno ha visto una grandissima partecipazione. Il Premio è la conferma di un percorso e di un approccio professionale esemplare che rappresentano l’elevata qualità dei lavori degli architetti e delle architette italiane.
E’ il Premio di una Istituzione, il CNAPPC, che raccoglie e promuove questa eccellenza in Italia e nel mondo attraverso azioni mirate e attraverso lo Yearbook, la pubblicazione che è ormai giunta alla 7a edizione con oltre 500 progetti e destinata ad arricchirsi nel tempo per diventare la più grande raccolta di architettura contemporanea italiana.
La premiazione si terrà, come di consueto, durante la Festa dell’Architetto, momento politico di discussione che verterà quest’anno sulla necessità di “cura dei territori’ alla luce degli accadimenti oramai divenuti cronaca frequente. Affrontare questo tema richiede di perseguire una modifica della nostra cultura di produzione e consumo, del nostro stile di vita, una transizione verso un approccio di sostenibilità globale.
Questi temi sono correlati tra loro e vedono la professione dell’Architetto PPC come elemento indispensabile per favorire quella transizione culturale necessaria se vogliamo dare un futuro ai nostri territori e a chi li abiterà.
Il 16 dicembre il CNAPPC discuterà della necessità di collaborazione tra Istituzioni, dell’importanza di riconoscere la competenza dei professionisti architetti e architette, della funzione imprescindibile degli Ordini degli Architetti PPC quali presidi territoriali della cura dei territori alla luce della loro fondazione nel 1923. L’approccio sarà trasversale con il contributo di Filippo Giorgi, climatologo, Premio Nobel per la pace, di ASviS e del Cardinal Matteo Zuppi, Presidente della CEI che sarà insignito dell’Onorificenza di Architetto Onorario.
L’importante è non perdere di vista il fine che è rappresentato dall’ Uomo e dal suo ben-essere in tutte le sue accezioni. Ben-essere che non può prescindere dallo spazio in cui vive e da chi per studio, competenza e riconoscimento legale, se ne occupa: questo sarà il nucleo essenziale della discussione.
Alessandra Ferrari, Dipartimento Promozione della Cultura Architettonica