Dall'insediamento del nuovo Consiglio avvenuto all'inizio del 2022, il CAE ha perseguito la realizzazione di una maggiore connessione con le Associazioni degli Stati membri al fine di intensificare l'azione politica a livello europeo con le esigenze e le aspettative delle diverse comunità nazionali.
Nell'ambito di tale processo sono state definite macroaree composte da gruppi di Paesi con maggiori omogeneità. L'Italia nell'ambito di questa collocazione fa parte del gruppo Europa Sud-Ovest (Spagna, Francia, Italia, Malta, Cipro), sono stati organizzati incontri che si sono tenuti a Madrid, a Parigi, a Genova (così come per le altre macroaree sono stati organizzati incontri con Stati di altre macroaree). Sono stati affrontati i temi proposti dai vari partecipanti al fine di confrontare le Agende Nazionali con quella Europea (in base alle normative dei vari Stati e delle Direttive EU, in vigore o in divenire).
Un altro elemento che consente una maggiore facilità di connessione è il nuovo sito web https://www.ace-cae.eu che, rinnovato nella veste grafica e consultiva, è consultabile nelle 30 lingue degli Stati membri, il tutto mediante sistemi di Intelligenza artificiale.
È ovvio che, tra gli argomenti che il CAE ha posto alla base dell'agenda politica per la professione dell'architetto, vi siano i principi del New EU Bauhaus (sostenibilità ambientale, inclusione sociale, bellezza). Da questi principi derivano le attenzioni all'innovazione digitale, alla qualità del progetto, ad un sistema di appalti pubblici rispettoso della centralità del progetto e a tutte le altre iniziative politiche in itinere.
Tra le iniziative in programma nel mese di novembre, la Conferenza, prevista a Bruxelles il giorno 24 ma è possibile seguirla anche on line, "Architects for Innovation”. Un tema di stretta attualità, molto dibattuto tra i professionisti, che nei prossimi anni dovrebbe rappresentare un punto di svolta in molti settori economici, compreso quello delle costruzioni.
Secondo alcuni, infatti, offrirà agli architetti gli strumenti per esplorare nuove frontiere estetiche, per lavorare su forme architettoniche finora impossibili da raggiungere e per spingere ulteriori simulazioni e combinazioni di scenari. Per altri, potrebbe comportare il rischio che la professione scompaia nel senso che venga declassata da “macchine” in grado di produrre piani autonomamente.
Diego Zoppi, Consigliere CNAPPC, membro Executive Board CAE