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1 settembre 2016
Paola Pierotti

 

All’indomani del sisma del 2012, la Federazione Architetti Emilia-Romagna aveva pubblicato un documento, approvato dal CNAPPC, dal titolo “Ricostruire l’Identità - Protocollo Etico”, nel quale gli ordini regionali si assumevamo precisi impegni nei confronti delle popolazioni colpite, e attraverso il quale si voleva fornire un aiuto, un percorso virtuoso, perché alcuni fenomeni distorsivi non si manifestassero. “Uno degli obiettivi che si poneva – spiega Pier Giorgio Giannelli, presidente dell’Ordine degli Architetti di Bologna - era quello di evitare un indebito accaparramento degli incarichi da parte di pochi professionisti, a scapito della qualità, ma soprattutto del rapido fluire del processo di ricostruzione, fatti questi ahimè puntualmente verificatisi”.

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Pier Giorgio Giannelli: "In questi giorni sono state scritte tantissime cose, alcune condivisibili, altre molto meno; tra tutte mi sembra che le opinioni più apprezzabili siano quelle di Aravena e di Piano, la prima relativamente al percorso partecipativo sperimentato, la seconda per il metodo.

Ripartire dai luoghi e dalle persone, non delocalizzando e rendendo protagonisti delle scelte che si andranno a fare chi questi luoghi li abita da sempre, è una scelta percorribile e saggia.

Ricostruire com’era e dov’era può forse essere giusto per quei casi di edifici fortemente identitari, per il resto sarà la partecipazione collettiva a dare continuità, identificazione e nuova appropriazione di quanto si andrà a riedificare". (...)

 

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