Una super mappa per la ricostruzione delle aree del Sisma del centro Italia grazie all'avvio di uno studio ad hoc, "pronto in cinque-sei mesi anziché i quasi quattro anni abituali", dedicato alla fragilità del territorio e alla necessità di stabilire dove e cosa ricostruire.
È il frutto di un accordo siglato dal Commissario straordinario alla Ricostruzione del sisma del 2016, Giovanni Legnini, e il segretario generale dell'Autorità di bacino distrettuale dell'Appennino centrale, Erasmo D'Angelis, al cui progetto partecipano alcune Università del territorio e l'Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale (Ispra).
"Una volta ricevuto lo studio - osserva Legnini - definiremo dove si può e dove non si può ricostruire e quali opere di mitigazione del rischio idrogeologico portare avanti. Abbiamo risorse importanti, con le quali finanzieremo importanti interventi di contrasto al dissesto idrogeologico. Costruire altrove è una decisione dolorosa che prenderemo soltanto dopo aver saputo tutto ciò che c'era da sapere e tentato tutto il possibile per mettere in sicurezza quei luoghi".
Lo studio - rileva D'Angelis – sarà "pronto entro cinque sei mesi, quando solitamente ci vorrebbero tre anni e mezzo quattro". In questo modo, con la ricostruzione "possiamo fare un salto di qualità. Questa è la prima area europea in cui ci sarà una conoscenza di tutti i rischi: vogliamo individuare, per una ricostruzione il più veloce e sicura possibile, le aree più a rischio, quelle a minor rischio, e quelle in cui è possibile avviare velocemente la ricostruzione”.