Neppure la crisi economica ha fermato il consumo di suolo, che dagli anni '60 a oggi, ha 'cancellato' 5 milioni e mezzo di ettari di terreni agricoli, oltre un quinto della superficie complessiva dell'Italia. E' stato questo il tema della penultima giornata di Terra Madre Salone del Gusto, a Torino.
"Contro una legislazione che fermi il consumo di suolo ci sono resistenze fortissime, che provengono dalla filiera edilizia e dal 'partito degli amministratori locali'", è l'accusa del deputato Mario Catania, ex ministro dell'Agricoltura e firmatario del primo disegno di legge sul consumo del suolo durante il governo Monti. "Spesso - ha aggiunto Catania - gli enti locali sono spinti a fare cassa con gli oneri di urbanizzazione, trattando il suolo soltanto come una superficie da occupare".
Per Laura Puppato, relatrice dell'attuale ddl in Senato, "c'e' un'espansione edilizia del tutto scollegata alle reali necessità. Su 31 milioni di abitazioni censite, tre milioni e mezzo sono vuote, senza considerare i capannoni industriali dismessi e degradati. E negli ultimi cinque anni, malgrado la crisi, abbiamo cementificato una quantità di suolo che, sotto il profilo dell'inquinamento ambientale, corrisponde all'inserimento in circolazione di 4 milioni di nuove automobili".