L’Italia è tra i Paesi europei con l'energia più cara, anche per il più alto contributo alle rinnovabili in bolletta e per il peso della componente fiscale. Mentre in tema di mobilità gli italiani non sfigurano, con untasso di cambio del fornitore che nel 2013 si è attestato all'8%, sopra la media del 6% della Ue a 28. Sono alcune dei dati evidenziati dall'Osservatorio Engie (l'ex Gdf-Suez) con il contributo di Bocconi-Iefe.
In Italia il costo dell'elettricità e del gas, sia per le famiglie che per le imprese, è sopra la media Ue. E a confronto con i principali Paesi (Francia, Germania, Regno Unito, Spagna) l'Italia è quasi sempre al primo posto. Il costo della materia prima energia pesa solo per il 31%, nella fascia bassa rispetto alla media Ue, a fronte di oneri direte per il 26%, tasse per il 20%, incentivi alle rinnovabili per il 23%, il livello più alto del Vecchio Continente. Nel 2014, i costi degli incentivi alle rinnovabili sono stimati intorno ai 12 miliardi di euro, dai 10,7 del 2013, di cui 10 pagati direttamente dai consumatori in bolletta.
Per i consumatori i costi di approvvigionamento e vendita sono ormai meno del 50%, dal 61% del 2004, mentre le imposte sono passate in dieci anni dal 9% al 13,3% e gli oneri di sistema dal 9,4% al 21,4% del 2014. La tassazione energetica (elettricità, gas e carburanti) rappresenta il 2,9% del pil italiano (e' tra l'1,6% e l'1,8% in Francia, Germania, Regno Unito, Spagna) e il 6,6% del totale della tassazione (3,5% in Francia, 4,4% in Germania, 4,8% in Spagna e 5,4% nel Regno Unito).