La costruzione della Venezia del Novecento attraverso la sua edilizia economica popolare. È questo il senso di un percorso di ricerca sull’architettura contemporanea nella città lagunare, avviato nel dicembre 2014 da Iuav, in collaborazione con Ater di Venezia e Federcasa e Associazione Nord Est. La seconda tappa di questo lavoro è la mostra “Iacp – Ater Venezia tra laguna e terraferma. La nascita della Grande Venezia 1914-1936” – a cura di Maria Bonaiti e Cecilia Rostagni con Vittorio De Battisti Besi e Andrea Pastorello – appena inaugurata al Cotonificio di Venezia nella sala espositiva dell’Archivio Progetti Iuav e aerta fino al 3 aprile.
Ottantacinque disegni, quaranta foto, una trentina di documenti e alcuni estratti di riviste dell’epoca illustrano i principali interventi realizzati dallo IACP nei quartieri di Città Giardino al Lido, Santa Marta, Giudecca, Sant’Elena, Marghera.
“I limiti temporali scelti per la mostra – spiega Maria Bonaiti, docente del Dipartimento di Cultura del progetto dell’Università Iuav – sono il 1914, anno della nascita dell’Istituto Autonomo Case Popolari, e il 1936 quando l’istituto diviene provinciale e avvia interventi diffusi sul territorio che inaugurano un policentrismo urbano che caratterizza tutt’oggi la città di Venezia. È in quest’arco temporale che si sviluppano interventi capaci di tenere insieme la laguna e la terra ferma”.
I documenti in mostra testimoniano le problematiche affrontate dallo Iacp per inglobare nella Venezia storica il nuovo, un fragile equilibrio tra tradizione e modernità che porterà l’Istituto a compiere scelte peculiari per la città lagunare spesso alternative a quelle compiute negli stessi anni dallo stesso ente sulla terra ferma.
“C’è la volontà di proseguire la collaborazione tra Iuav e Ater – dichiara Serena Maffioletti, responsabile scientifico dell'Archivio Progetti dell’Università Iuav – per colmare una lacuna storica lunga cento anni: un lavoro necessario per comprendere la costruzione urbana di Venezia intesa come definizione dell’edilizia sociale e dei caratteri stilistici e architettonici. L’obiettivo è talmente importante per la città che immaginiamo la massima disponibilità dell’Archivio Progetti nella catalogazione e digitalizzazione del materiale al fine di renderlo un patrimonio a disposizione della ricerca.”
L’occasione della mostra ha permesso di accedere a una piccola parte dell’archivio Iacp conservato in due capannoni di 800 mq a Fossò.
Rossana Certini