Il Sole 24Ore Edilizia e Territorio
21 gennaio 2015
Giuseppe Latour
Bene l'idea di tirare la leva dei fondi Ue e dei bonus fiscali, da usare in maniera combinata. Ma il rinascimento urbano passa anche da altre strade, complementari a questa.
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Freyrie: la comunità può arrivare dove lo Stato si ferma
Sulla stessa linea Leopoldo Freyrie, che parte anche lui dalla proposta di Bellicini: «Mi sembra un'idea sensata, perché muove da una logica condivisibile. Se lo Stato non investe per le finalità previste dai fondi europei, la comunità è disposta a mettere sul piatto il 50% che manca». In questo caso i dubbi riguardano la praticabilità amministrativa della proposta: «Non so se la burocrazia europea ce lo permetterebbe». Anche per il presidente degli architetti, però, ci vorrebbe qualche altro sostegno. Un aiuto importante potrebbe arrivare dalle nuove norme sul consumo di suolo: «Nella nuova versione del Ddl si fissa finalmente un obbligo e non più una facoltà nella materia dei titoli abilitativi edilizi. Si riportano così gli oneri di urbanizzazione alla loro destinazione naturale, che non è la spesa corrente ma sono gli investimenti per le città». Solo con una nuova strumentazione di questo tipo si può sanare uno dei problemi del nostro paese: «Mi riferisco alla disparità tra i fondi destinati alle grandi infrastrutture e quelli impiegati per le città».
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