Il Sole 24Ore
22 settembre 2014
Valeria Uva

 
 
In teoria i modelli unici per i lavori in casa sono pronti da giugno in due versioni: la segnalazione certificata di inizio attività (per gli interventi minori) e il permesso di costruire per le nuove costruzioni e gli ampliamenti. Adottati prima con l'intesa Stato-Città-Regioni e poi «rafforzati» e resi obbligatori per legge (Dl 90/2014).
Lo scopo è chiaro: abolire gli 8mila formulari, variegati e personalizzati, per far sì che moduli, documenti e carte da allegare per spostare un tramezzo o per costruire una villetta siano uguali da Torino a Palermo.
Peccato che oggi, a più di tre mesi dall'annuncio, l'unificazione non sia neanche a metà strada: solo quattro Regioni (Piemonte, Emilia Romagna, Lazio e Marche) hanno iniziato il percorso per recepire i modelli. Nel resto d'Italia i tecnici sono più o meno tutti all'opera, ma tra tavoli di coordinamento, passaggi burocratici e svariati atti regionali e comunali nessuno può dire con certezza quando il lavoro sarà completato. Infatti, anche una volta raggiunto l'accordo con gli enti locali, difficilmente la Regione se la sente di imporre scadenze e lascia alla buona volontà comunale i tempi dell'adeguamento. Complice anche la scarsa chiarezza della legge. In teoria il Dl 90 prevede una scadenza unica per l'entrata in vigore dei modelli unici in tutti i Comuni: «30 giorni» dal termine indicato nell'intesa Stato-Regioni. Peccato però che lì di termini non c'è traccia.
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