"E' indispensabile sistemare il reticolo idraulico dell'Emilia Romagna, sommerso dall'alluvione, entro l'estate per non esporre la popolazione ad ulteriori rischi di fronte alle probabili piogge autunnali, la cui violenza può essere accentuata a seguito della crisi climatica".
Così Francesco Vincenzi, Presidente dell'Associazione Nazionale dei Consorzi per la Gestione e laTutela del Territorio e delle Acque Irrigue (ANBI).
"I nostri canali sono stati inondati dalle 23 rotte registrate negli argini dei fiumi e, nonostante l'inadeguatezza a ricevere un tale massa idrica, sono stati fondamentali ad allontanare l'acqua dal territorio, grazie alla grande competenza idraulica presente nei Consorzi di bonifica. Ora l'alluvione, però, presenta il conto e per il nostro settore ammonta a circa 1 miliardo e 200 milioni di euro: 200 milioni di costi vivi per la gestione delle emergenze, 400 milioni per riparare i danni più urgenti, 600 milioni per riportare il territorio alla condizione ante alluvione".
"Alla politica- conclude Francesco Vincenzi, Presidente anchedi ANBI Emilia Romagna- segnaliamo una situazione di persistente emergenza, di cui la tuttora aperta rotta del torrente Idice, è immagine emblematica; al Governo chiediamo l'urgente stanziamento di adeguate risorse economiche, nonché iter prioritari per la loro spesa, al fine di dare risposte concrete alle esigenze di un territorio, che non si arrende e che vuole guardare al futuro. Inostri progetti per migliorare la gestione idraulica sono a disposizione degli organismi decisionali, perché è inconcepibile che in un Paese idricamente fortunato come l'Italia, l'acqua non sia solo fonte di vita, ma troppo spesso causa di sofferenze. Sarà questo uno dei temi centrali dell'annuale Assemblea ANBI, convocata a Roma martedì 4 e mercoledì 5 luglio prossimi".