A Anne Lacaton e Jean-Philippe Vassal, il Pritzker 2021. La giuria presieduta da Alejandro Aravena (il vincitore del 2016) ha riconosciuto oltre tre decenni di attività dei due architetti che, progettando alloggi privati e sociali, istituzioni culturali e accademiche e spazi pubblici, hanno dato vita secondo le motivazioni, a "un'architettura forte nelle sue forme come nelle sue convinzioni, trasparente nella sua estetica come nella sua etica".
Nell’arco della loro lunga carriera hanno operato in varie città d’Europa e in Africa occidentale. A guidarli un approccio rispettoso dell’architettura preesistente, centrato all’ascolto delle urgenze umane.
Un atteggiamento che li ha spinti ad assegnare priorità all’analisi delle risorse disponibili in loco, all’impiego di materiali economici ed ecologici, e ad ampliare, in un’epoca sovraccarica di gesti architettonici clamorosi e rapidamente etichettati come “green”, il concetto di sostenibilità.
Il premio Pritzker fu assegnato per la prima volta nel 1979 a Philip Johnson e poi, tra gli altri, a Frank Gehry, Norman Foster, Rem Koolhaas, Robert Venturi e Arata Isozaki, l'ottavo giapponese. Due italiani soltanto hanno avuto un Pritzker, Aldo Rossi e Renzo Piano. L'anno scorso sono state premiate le irlandesi Yvonne Farrell e Shelley McNamara, fondatrici dello studio Grafton di Dublino. In tutto solo cinque donne prima della Lacaton hanno vinto un Pritzker, a riprova di uno sbilanciamento ai livelli piu' alti della professione.