La cultura è uno dei motori trainanti dell'economia italiana, uno dei fattori che più esaltano la qualità e la competitività del made in Italy.
Il Sistema Produttivo Culturale e Creativo, fatto da imprese, Pa e non profit, genera infatti quasi 96 miliardi di euro e attiva altri settori dell'economia, arrivando a muovere, nell'insieme, 265,4 miliardi, equivalenti al 16,9% del valore aggiunto nazionale. Sono questi alcuni dei dati del Rapporto 2019 “Io sono cultura - l'Italia della qualità e della bellezza sfida la crisi”, elaborato dalla Fondazione Symbola e Unioncamere, con la collaborazione e il sostegno della Regione Marche.
Secondo il Rapporto, arrivato alla IX edizione, i 265,4 miliardi (relativi al 2018) sono "un dato comprensivo del valore prodotto dalle filiere del settore, ma anche di quella parte dell'economia che beneficia di cultura e creatività e che da queste viene stimolata, a cominciare dal turismo. Una ricchezza - che si riflette in positivo anche sull'occupazione". Le industrie culturali producono, da sole, 35,1 miliardi di euro di valore aggiunto (il 2,2% del complessivo nazionale), dando lavoro a 500 mila persone (il 2,0% degli addetti totali). Contributo importante anche dalle industrie creative, capaci di produrre 13,8 miliardi di valore aggiunto, grazie all'impiego di quasi 267mila addetti.
Le performance più rilevanti, all'interno delle industrie creative, appartengono al sottosettore del design (che produce 8,9 miliardi di euro di valore aggiunto insieme all'architettura; lo 0,6% del valore complessivo) e della comunicazione (4,9 miliardi di euro, lo 0,3%).
Ad alimentare la ricchezza prodotta dalle industrie culturali, invece, vi sono il comparto dell'editoria e stampa (da cui deriva lo 0,9% del valore aggiunto nazionale, corrispondente a 13,7 miliardi di euro) e quello dei videogiochi e software (0,9%, pari a 13,6 miliardi di euro).
Nel 2018 il Sistema Produttivo Culturale e Creativo nel suo complesso ha prodotto un valore aggiunto e un'occupazione superiori rispetto all'anno precedente: rispettivamente +2,9% e +1,5%.