Il giornale dell’architettura
20 giugno 2016
Luca Gibello e Laura Milan

 

La Camera ha approvato la legge che prevede di azzerare il consumo di suolo entro il 2050, (...) Qual è la posizione del CNAPPC?

Non possiamo che essere soddisfatti che ci sia un’attenzione sul tema; non lo siamo, invece, sull’approccio: il contenimento del consumo del suolo dovrebbe, anzi deve, essere la conseguenza di una politica di rigenerazione, non una legge tout court legata soltanto al contenimento dell’uso del suolo. Stiamo seguendo con attenzione alcune importanti iniziative internazionali – le Capitali verdi europee – dalle quali emerge chiaramente che città come Nantes, Amburgo, Lubiana e Bristol hanno un’impostazione diversa da quella italiana. In quei casi la politica guarda al futuro con strategie avanzate in cui la norma è la diretta conseguenza del progetto e non viceversa, e i progetti sono tutti esiti di concorsi internazionali. 

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L’approvazione del nuovo Codice degli appalti sembra segnare un passo in avanti sul fronte dei lavori pubblici, eliminando il criterio del massimo ribasso. Tuttavia, il CNAPPC si è espresso piuttosto criticamente

Inizialmente abbiamo espresso un parere positivo sulla Legge delega, successivamente la pubblicazione del Codice ci ha parzialmente deluso sotto vari punti di vista. Innanzitutto perché disattende la centralità del progetto e, di conseguenza, quella del concorso di architettura. Non vi è una parte specifica del Codice che riguarda le professioni; i richiami sono sparsi nel testo. Da questo punto di vista il Codice non ha operato alcuna semplificazione.

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Gli architetti in Italia sono troppi? Tra le fila degli Ordini provinciali, qualcuno lo dice apertamente…

Siamo quasi un terzo degli architetti europei, quindi è evidente che abbiamo un numero spropositato rispetto al mercato. In questo senso una delle soluzioni è creare delle condizioni per aprirci anche al mercato internazionale dove gli architetti italiani sono molto apprezzati. Noi abbiamo un grosso limite: abbiamo studi che sono molto piccoli, con una media di 1,4 componenti. L’obiettivo è di creare reti che garantiscano l’accesso dei nostri professionisti ai mercati internazionali.

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