A cinque mesi dall'entrata in vigore del nuovo Codice appalti "le preoccupazioni" del Consiglio di Stato sulla criticità dei molteplici adempimenti attuativi "si sono rivelate fondate" e "si registra un ritardo nella definizione di quell'impianto di regole attuative della riforma".
È quanto si legge nella documentazione depositata dall'Unione delle Province nelle commissioni Lavori pubblici al Senato e Ambiente alla Camera al termine di un'audizione sull'attuazione del Codice appalti. "Le incertezze nella definizione del nuovo impianto regolatorio (si pensi alla mancata emanazione del decreto sulle qualificazioni delle stazioni appaltanti e del decreto sulla definizione dei livelli di progettazione, alle incertezze interpretative sorte sugli appalti sotto soglia, sui compiti e requisiti professionali del Rup e sui servizi di ingegneria e architettura) sono sicuramente alla base del rallentamento delle opere pubbliche che si è registrato nel 2016, che comunque deve essere ritenuto fisiologico nel quadro di un processo di innovazione normativa così profondo", si legge ancora. Tra le proposte di dettaglio, l'Upi sottolinea le necessità di inserire gli enti di area vasta e delle Città metropolitane tra i soggetti iscritti di diritto nell'elenco delle stazioni appaltanti qualificate, poichè questo "concorrerebbe a promuovere forme di collaborazione e cooperazione tra le varie centrali di committenza presenti nell'ambito territoriale di riferimento". Inoltre si propone di consentire al Rup di svolgere funzioni di commissario di gara.