"Le modalità di impiego dei nuovi corrispettivi per i servizi di ingegneria e architettura costituiscono un danno ingente per l'intera categoria e si rende immediatamente necessario un decreto per arginarne le possibili conseguenze''. E’ il commento di Andrea Tomasi, presidente di Fondazione Inarcassa sull’ approvazione da parte del ministero della Giustizia, di concerto con il ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti, delle tabelle dei corrispettivi commisurati al livello qualitativo delle prestazioni di progettazione, adottate ai sensi dell'articolo 24, comma 8, del nuovo Codice degli appalti. "Il decreto, infatti, stabilisce che la stazione appaltante -continua Tomasi- possa fare riferimento alle suddette tabelle. Invece, in considerazione della determinazione n. 4 dell'Anac, del 25 febbraio 2015, il riferimento alle tabelle dei corrispettivi, quale criterio o base di riferimento ai fini dell'individuazione dell'importo a base d'asta, è sempre stato considerato un obbligo, così come peraltro proposto dall'Anac nelle recentissime linee guida sull'affidamento dei servizi di ingegneria e architettura. Peraltro, lo stesso Codice degli appalti (articolo 23, comma 7) prevede che per la determinazione dei costi il progettista sia obbligato all'utilizzo, ove esistenti, dei prezzari predisposti dalle regioni e dalle province autonome territorialmente competenti'".
''Si crea così un conflitto tra il decreto ministeriale e le linee guida dell'Autorità, che ne aveva addirittura sollecitato un doveroso utilizzo, a garanzia della qualità minima delle prestazioni. Anche le commissioni parlamentari, nell'esprimere il parere sul nuovo codice appalti, avevano sollecitato il governo a rendere obbligatorio il riferimento ai parametri tariffari. Si tratta di una grave anomalia per un codice emanato con il chiaro intento di restituire centralità alla fase progettuale e garantire economicità, proporzionalità e parità di trattamento tra gli operatori", conclude il presidente Tomasi.