“Bisogna avere il coraggio di mettere in discussione e cambiare le scelte urbanistiche che, permettendo un'indiscriminata cementificazione, hanno accentuato la fragilità idrogeologica del territorio italiano".
Così l'Associazione Nazionale Consorzi Gestione Tutela Territorio ed Acque Irrigue (Anbi) in occasione degli Stati Generali della Green Economy.
"Oggi serve una programmazione integrata, capace di armonizzare esigenze ambientali e rispetto dei tempi, perché l'estremizzazione degli eventi meteo non aspetta e siamo in drammatico ritardo, testimoniato dal costante accrescersi del fabbisogno di sicurezza idrogeologica del Paese. La rete idraulica minore ha bisogno di manutenzione straordinaria; per questo chiediamo al Governo, dopo gli interventi nelle aree metropolitane, di iniziare a stanziare le risorse necessarie per adeguare i 180.000 chilometri di corsi d'acqua, gestiti dai Consorzi di bonifica, ai cambiamenti climatici ed alle trasformazioni territoriali; analogamente e' necessario intervenire sulle aree montane, dove si e' fortemente ridotto il presidio territoriale, garantito dagli agricoltori. Perché se la montagna è sana, la pianura e' più sicura".