Il Sole 24Ore
21 giugno 2017
Giuseppe Latour – Mauro Salerno
Scatterà tra poco più di un anno l’obbligo di progettare le grandi opere pubbliche con le procedure digitali del Building information modeling (Bim). Dal 2019 le stazioni appaltanti dovranno prevedere l’utilizzo del Bim per tutti i «lavori complessi» di importo superiore a cento milioni di euro. E negli anni successivi l’obbligo verrà via via esteso alle costruzioni di importo minore, fino a riguardare tutte le opere pubbliche (comprese quelle di costo inferiore al milione di euro) nel 2025.
È la novità più rilevante della bozza di decreto sul Bim, composto da 9 articoli, che il ministero delle Infrastrutture ha messo lunedì in consultazione pubblica sul sito del Formez fino al 3 luglio prossimo, in attuazione del Codice appalti (Dlgs n. 50 del 2016). Il Bim è lo strumento cui è affidato il compito di rivoluzionare la gestione dei processi costruttivi. Perché consente, attraverso la digitalizzazione, di anticipare alla fase di progettazione quello che avverrà in cantiere, monitorando in modo molto più preciso anche la fase di esecuzione. E risparmiando risorse preziose. (...)