Il Sole 24Ore Edilizia e Territorio
12 ottobre 2015
Antonio Ortenzi
Uno dei nodi principali e ancora irrisolti che la prossima legge sui lavori pubblici dovrà sciogliere è quello legato ai Prezzari delle Opere Edili. Infatti la delega, nel testo approvato dal Senato, prevedeva all'art. 1 lettera q) che il regolamento disponesse «la determinazione annuale dei costi standardizzati per tipo di lavori, di servizi e di fornitura». Inoltre il parlamento, in prima lettura ha richiamato l'art. 7, comma 4, lettere b) e c), del D.Lgs. 163/2006, che prevede che l'Osservatorio dei contratti pubblici determini annualmente i costi standardizzati per tipo di lavoro, servizio e fornitura in relazione a specifiche aree territoriali, facendone oggetto di una specifica pubblicazione.
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Il nuovo strumento, mantenendo la centralità del progetto, dovrà agevolare i tecnici dando tutti gli strumenti utili per avere una buona casistica nell'applicazione dei prezzi e cercando di far convergere le esigenze simili nella progettazione ma limitandone al contempo i casi unici ovvero la discrezionalità. Ovviamente avere un'unica codifica che indichi voci di lavorazione specifiche, ma anche le singole risorse elementari (materiali, noli, manodopera) delle analisi, potrebbe essere il primo passo verso un'applicazione più agevole verso il BIM nella compilazione degli abachi (4D e 5D).
Far convergere tutto il know nazionale verso un unico database non è cosa da poco. Servirebbe un pool di specialisti tecnici che sviluppi il lavoro e uno di tipo gestionale che porti avanti il progetto e che faccia parlare tutti gli attori creando convergenza. Almeno un anno, il tempo stimato, quindi potrebbe vedere la luce, non prima di Gennaio 2017. Il progetto di standardizzazione, se non sviluppato nei modi e tempi giusti, potrebbe creare disguidi e ritardi quindi anche in questo caso, così come per la nuova legge, servirebbero due fasi.
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