Il Sole 24Ore Edilizia e Territorio
20 marzo 2015
Giorgio Santilli

 

A prima vista, l’ipotesi che si va facendo strada a Palazzo Chigi di ri-sdoppiare il ministero di Porta Pia in due, Infrastrutture da una parte e Trasporti dall’altra, è una tipica scelta da Prima Repubblica.

Di quelle che portavano a manovrare e moltiplicare le poltrone per accontentare alleati di governo, trovare nuovi “equilibri” di maggioranza, innestare dentro la struttura di governo i cambiamenti di rapporti di forza tra i partiti e le correnti. Nel caso del ministero di Porta Pia poi si fa fatica a pensare che, di fronte a emergenze giudiziarie, bilanci di fallimenti da svolgere in termini crudi, politiche da svecchiare, dirigenza da cambiare, la priorità sia oggi lo sdoppiamento fra due ministri.

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Una seria operazione di delegificazione e semplificazione del codice degli appalti per lasciare più ampi poteri di regolazione all’Autorità guidata da Cantone oggi sarebbe una vera e utile svolta. Necessaria per imporre un nuovo modello di realizzazione delle opere pubbliche. Un’Autorità che sia anzitutto faro e sostegno per le stazioni appaltanti (che vanno comunque ridotte). Così come bisognerebbe lasciar fare fino in fondo il lavoro all’Autorità di trasporti che sta ben operando e portando a soluzione in pochi mesi nodi regolatori che la politica ha tenuto bloccati per anni. 

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Infrastrutture, si riparte dalla riforma degli appalti

Il Sole 24Ore Edilizia e Territorio
20 marzo 2015
Alessandro Arona, Giorgio Santilli

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