“Le interfacce tra le persone e l'ambiente costruito sono essenziali. Nel nostro mondo globale e multiculturale, la città deve offrire una varietà di luoghi che soddisfino le diverse esigenze degli spazi urbani, degli ambienti di vita, di lavoro, di istruzione e di svago. Sono necessari luoghi adattabili e dinamici, ma anche nicchie per un'ampia varietà di attori e gruppi di utenti: luoghi di diversa identità e intensità, atmosfera e qualità che invitino le persone a esplorare, conquistare, incontrarsi, svilupparsi, ritirarsi ed “essere”. Come architetti e urbanisti, dobbiamo essere consapevoli di questa responsabilità e dobbiamo soddisfare le esigenze delle parti interessate a questo organismo o sistema”.

Questo uno dei passaggi più significativi della Lectio Magistralis tenuta dalla Prof.ssa Ute Schneider, partner dello studio KCAP di Rotterdam, di cui dirige l'ufficio di Zurigo, presidente della Giuria internazionale dei Premi “Architetto italiano” e “Giovane Talento dell’Architettura italiana” assegnati in occasione della Festa dell’Architetto 2024, organizzata dal Consiglio Nazionale degli Architetti, Pianificatori, Paesaggisti e Conservatori (CNAPPC).

“Il modello di pensiero da perseguire – ha detto ancora - è quindi un interesse umanistico per la diversità delle realtà, dei luoghi, delle culture e delle identità, basato su un approccio olistico in cui esperti di diverse discipline collaborino per trovare soluzioni innovative e imprevedibili alle complesse sfide dell'ambiente urbano in rapida crescita e per prendersi cura dei sistemi naturali in cui siamo solo una parte di un ecosistema molto più grande’’

“Dobbiamo svolgere un ruolo di primo piano nella società più di qualsiasi altro gruppo, guardare al di là degli interessi dei nostri clienti e delle questioni individuali e servire la società come intellettuali e progettisti pubblici. Chi altro può e deve occuparsi di economia e biologia, collettività umane e geometrie, etica e politica, storia e materia? In quanto generalisti, informati su tutto, ma non esperti, ci muoviamo costantemente su queste innumerevoli interfacce, collegando, integrando, comunicando, stimolando. È proprio questa la competenza della nostra professione, creare il “tra”. Al servizio della società, colmiamo le lacune e permettiamo a interessi, idee ed esigenze divergenti di fondersi in un progetto integrato”, ha concluso.

Roma, 25 ottobre 2024

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