Sono quasi quasi 1700 le frane mappate dopo gli eventi pluviometrici del settembre 2022, che hanno colpito in particolare Marche e Umbria. Un team del Cnr-Irpi ha realizzato una campagna di rilevamenti per quantificare l’impatto al suolo delle piogge estreme. I risultati della campagna di rilevamento sono stati raccolti in una banca dati disponibile nel repository Figshare, descritta in un articolo scientifico pubblicato sulla rivista Scientific Data, del gruppo Nature.
"Le frane che abbiamo cartografato sono uno degli effetti al suolo causati da piogge mai registrate in quella zona dell’Italia: il cambiamento climatico, infatti, sta alterando i modelli di precipitazione, producendo eventi sempre più estremi caratterizzati da piogge molto intense", ha dichiarato Federica Fiorucci ricercatrice del Cnr-Irpi che ha coordinato il gruppo di rilevamento. "L'evento pluviometrico che ha innescato le frane ha colpito un'area di circa 5.000 km2 e ha avuto un picco diintensità di 419 mm in 9 ore, queste piogge hanno trovato un suolo in sostanziali condizioni di siccità". L’attività di mappatura realizzata rappresenta anche un utile strumento afavore di tutti i soggetti preposti alla gestione e salvaguardia del territorio”.
Per Michele Santangelo (Cnr-Irpi), primo autore dell’articolo “L’inventario delle frane potrà supportare le autorità per indirizzare le politiche e la pianificazione territoriale. Questo studio può aiutare a implementare linee guida per lo sviluppo urbano e norme edilizie per garantire la sicurezza pubblica, nonché eventuali restrizioni specifiche, che permetterebbe di regolare la costruzione di infrastrutture critiche o l’insediamento in zone ad alto rischio, per tutelare l’uomo e le infrastrutture stesse".