Corriere del Trentino
25 aprile 2015
R. A.

 

«L’ho detto spesso anche al sindaco Andreatta: a Trento manca un’idea di città». La convinzione di Alberto Winterle fa da raccordo tra il tempo del pensiero, in cui si immaginano soluzioni, e quello della contingenza, in cui si mettono in atto. Un ruolo che più in generale sta assumendo l’associazione Territoriali#europei, che giovedì sera ha continuato a macinare idee che secondo Michele Nardelli «devono aiutare la politica ad alzare lo sguardo» per arrivare a cogliere che in Trentino «la discussione sui singoli comuni non può essere fatta se non ce n’è prima una più ampia sulla comunità trentina». Il presidente dell’Ordine degli architetti ha spiegato che il futuro del capoluogo «si costruisce pensando a come sarà la città fra cinquant’anni ma, allo stesso tempo, adeguando questo progetto alle novità che ormai sono molte e rapide». La città e il suo governo devono quindi «riuscire a controllare le decisioni che assumono gli altri enti come la Provincia, le Ferrovie o l’Università, che pure hanno delle influenze ma che non possono essere semplicemente subite».

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