Il Sole 24Ore
12 novembre 2015
Maria Chiara Voci
Un tempo aree industriali, immerse nel tessuto urbano della città. Oggi centri dove si fa innovazione, che ospitano non solo attività imprenditoriali e servizi di nuova generazione, ma anche funzioni sociali, ricreative e culturali. In Italia è allo studio una legge organica sul recupero degli spazi produttivi dismessi, ma intanto crescono le operazioni (concluse o in partenza), che raccontano in concreto come vecchi opifici possano essere riconvertiti e trasformarsi in risorse per il territorio. Un tema di primo piano (oggetto della seconda giornata di lavori di Urbanpromo), che muove importanti investimenti: secondo le stime dell’Ance sono oltre 9 milioni gli abitanti potenziali interessati o toccati dal recupero dei siti ex industriali e per ogni comune, specie di medie dimensioni, ci sono in media almeno due aree in disuso.
Quando il riuso è temporaneo
Il Sole 24Ore
12 novembre 2015
Il pubblico non riesce a sostenere il riutilizzo del patrimonio edilizio e la comunità si rende disponibile a riattivare in modo innovativo luoghi inutilizzati, incentivando attività culturali, dell’associazionismo, della piccola impresa e dell’accoglienza temporanea. La tutela del bene comune ha conseguenze dirette sull’uso del territorio.
«In Italia si contano migliaia edifici pubblici in abbandono e al contempo ci sono cittadini, giovani e anziani, disposti a gestire questi beni. L’articolo 24 dello Sblocca Italia va in questa direzione e così anche le recenti iniziative promosse dal Demanio»: Mario Spada, coordinatore della Biennale dello Spazio Pubblico, spiega il contesto di riferimento di uno workshop in programma a Urbanpromo dove saranno protagoniste le esperienze di Bologna e Milano, ma il fermento intorno a questo tema si legge anche attraverso iniziative come Temporiuso.net, un progetto di ricerca-azione avviato già nel 2008 da Cantieri Isola e da Precare.it, o ancora nel LABoratorio per la GOVernance dei beni comuni dell’Università Luiss.
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Ex caserme, accelerano i progetti
Il Sole 24Ore
12 novembre 2015
Paola Pierotti
Oltre al riuso degli insediamenti industriali, più di recente sono le attrezzature militari dismesse a rappresentare importanti occasioni di riqualificazione urbana. A Bari è stato approvato il progetto preliminare per il grande parco a ridosso della stazione centrale, frutto di un concorso vinto da Massimiliano Fuksas nell’ambito della riqualificazione dell’ex caserma Rossani. A Roma il team di Paola Viganò si è aggiudicato la gara per un complesso polifunzionale di fronte al Museo Maxxi, in sostituzione delle ex aree militari di via Guido Reni. Ad Aosta si lavora nel cantiere di Mario Cucinella per convertire l’ex caserma Testafochi in spazi per l’università, anche con interventi di demolizione e ricostruzione. Bergamo ha promosso un concorso per le ex caserme Montelungo-Colleoni e Varese ha scelto la stessa procedura per l’ex caserma Garibaldi, destinata a diventare una porta urbana.