Corriere della Sera - Roma
18 maggio 2016
Giuseppe Pullara

 

Il mistero è stato svelato, e messo nero su bianco. Un volume presentato l’altro giorno elenca tutto ciò che, nel campo dell’architettura, è raccolto negli archivi del Maxxi, il museo nazionale del Contemporaneo. Ottantacinque architetti (con qualche ingegnere) con le loro carte, i progetti, i loro disegni, i modellini (156). Ma anche centinaia di documenti che parlano dei concorsi più importanti, delle committenze più significative, di idee culturali nell’ambito dell’urbanistica e dell’architettura. Un vero e proprio «tesoro» per chi vuole studiare una bella fetta del Novecento e questi anni dell’oltre Duemila. I segreti del backstage dell’arte del costruire assemblati con ordine tematico da Margherita Guccione, responsabile per il settore Architettura del museo. Il Maxxi dei magazzini sotterranei, il Maxxi nascosto che ogni tanto sale alla luce dei sinuosi spazi interni creati da Zaha Hadid per mostre, istallazioni e performance. Ecco a democratica disposizione di tutti l’ «altro Maxxi» esaltato da Paolo Portoghesi che sottolinea l’importanza degli archivi, e non solo di architettura: «L’archivio è uno strumento neutro di conoscenza, aiuta a capire senza preconcetti, liberamente, senza proporre un giudizio su quello che mostra». Il progettista della Moschea ha donato in questi giorni al museo una gran parte del suo archivio professionale, confermando l’anticipazione data dal Corriere tempo fa.

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