Il Sole 24Ore Edilizia e Territorio
25 novembre 2014
Massimo Frontera

 

 

Peggiora il benessere degli oltre 152mila architetti italiani. È questa, in sintesi, la conclusione del IV rapporto sulla professione dell'architetto a cura del Cresme e del Consiglio nazionale. La progressiva difficoltà dell'attività professionale ha varie cause, a cominciare dal mercato, che si è ridotto nel tempo fino ad arrivare a una valore potenziale di 123mila euro procapite, la metà rispetto al 2006 e il livello più basso tra i paesi europei (metà degli architetti tedeschi e sei-sette volte di meno degli architetti francesi e inglesi). Il reddito medio si attesta a 17mila euro, registrando un ridimensionamento del 40% rispetto al valore del 2008. 

Altre cause del malessere professionale sono i mancati pagamenti: in media, più di due architetti su tre hanno crediti nei confronti della committenza privata, e uno su tre attende di essere liquidato da un committente pubblico. I ritardi segnalati mostrano che siamo in una situazione di patologia: in media servono 217 giorni per essere pagati dalla Pa e 114 giorni per essere pagati dall'impresa e fino a 98 giorni per essere pagati dalle famiglie. Ne consegua che gli architetti sono sempre più indebitati: oltre la metà (57%) deve soldi a una banca, a un fornitore o a una società finanziaria. 

Poco estero, tanta frustrazione

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