Il Sole 24Ore 
14 aprile 2015
Massimo Frontera e Giorgio Santilli

 

I programmi per l’edilizia scolastica lanciati dal premier sono stati finanziati e i primi cantieri sono in corso. Ma finora non è riuscita l’operazione di trasparenza sui molti rivoli di finanziamento e sullo stato della spesa, di coordinamento dei molti e disparati piani esistenti dentro il governo, di accelerazione dei vecchi progetti che Renzi aveva annunciato con molta enfasi all’inizio del suo mandato. 

L’unità di missione insediata a Palazzo Chigi era nata con quell’intento di dare un segno di svolta in tempi rapidi (Renzi disse che già nelle vacanze estive del 2014 si sarebbe data una forte accelerazione alla spesa) e - nonostante le attenuanti siano molte per aver ereditato una situazione di mal amministrazione che forse non ha eguali in altri settori - non si può certo dire che abbia centrato i risultati promessi. Basta fare il confronto fra le due unità di missione istituite a Palazzo Chigi - dissesto idrogeologico ed edilizia scolastica - per vedere come la prima stia lasciando un segno di forte riordino e rilancio della pianificazione (esempio ne è il nuovo programma settennale 2014-2020) sia pure in una situazione di grave e persistente carenza progettuale regionale e locale, mentre la seconda al momento non ha lasciato nessun segno tangibile della sua azione che si vorrebbe riformatrice. 

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Crollo in una scuola appena ristrutturata

Ostuni, due alunni e una maestra feriti nella caduta dell’intonaco dal soffitto - L’istituto era stato riaperto a gennaio

 

 

Dopo 19 anni manca ancora una vera anagrafe unica di Eugenio Bruno

Di tutti i numeri che circolano in queste ore dopo l’ennesima tragedia sfiorata in un luogo (la scuola) che per sua natura dovrebbe essere sinonimo di sicurezza, ce n’è uno che balza agli occhi. Sono i 19 anni trascorsi tra la previsione di un’anagrafe nazionale dell’edilizia scolastica e la creazione di una banca dati aperta e aggiornabile in tempo reale. Era l’inizio del 1996 quando l’allora governo?Dini, con Giancarlo Lombardi all’Istruzione, ne prevedeva la nascita all’articolo 7 della legge 23 per avere - come sottolineava la norma - uno «strumento conoscitivo fondamentale» per la programmazione. Da allora ogni ministro che si è insediato a viale Trastevere, tecnico o politico che fosse, ha sempre dato per immediato il suo arrivo. E in alcuni casi, con Francesco Profumo, c’è anche andato molto vicino. 

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