Il Sole 24Ore Edilizia e Territorio
5 aprile 2016
Massimiliano Carbonaro
Realizzare piccoli interventi e ristrutturazioni oppure tutto il tema legato alla eventuale monetizzazione: imprenditori e architetti e operatori del settore sono chiamati in Lombardia a confrontarsi con il principio dell'invarianza idrica introdotto dalla nuova legge regionale "Revisione della normativa regionale in materia di difesa del suolo, di prevenzione e mitigazione del rischio idrogeologico e di gestione dei corsi d'acqua", la n. 4 del 15 marzo del 2016 recentemente pubblicata sul Burl e in attesa dei decreti attuativi per diventare pienamente operativa. Per gli addetti ai lavori è una buona legge, ma da migliorare.
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E il presidente di Assimpredil Ance ossia dei costruttori di Milano, Marco Dettori, ritiene che sia una buona legge "perché per la prima volta si riordinano le competenze regionali sulle conoscenze del suolo, e si prevedono tutta una serie di attività e principi che ora in avanti dovrebbero far assumere atteggiamenti responsabili non solo agli operatori ma anche per le amministrazioni".
Sulla stessa lunghezza d'onda anche l'ordine degli architetti di Milano che non solo apprezza i principi introdotti dal nuovo testo, dall'invarianza idraulica al drenaggio urbano sostenibile, ma anche l'aver posto l'attenzione al ricco reticolo idrico della regione che ha bisogno di una gestione più attenta. Inoltre come sottolinea l'architetto Vito Redaelli per il Consiglio dell'Ordine Architetti PPC della provincia di Milano la legge presenta alcune potenzialità specifiche: "Ad esempio, l'opportunità di nuove professionalità a cavallo tra geologia, paesaggio, architettura e urbanistica in un processo progettuale che sarà sempre più infradisciplinare; il rafforzamento di banche dati georeferenziate da parte della Regione per una più chiara mappatura e gestione dei reticoli idrici oggi poco noti".
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