Il Sole 24Ore Edilizia e Territorio
15 dicembre 2014
Giuseppe Latour

 

Rischio piano città bis. Il piano per la rigenerazione delle periferie è solo una replica dello sfortunato programma lanciato dal Governo nel 2012 e rimasto sostanzialmente lettera morta. A sostenerlo è il Consiglio nazionale degli architetti. L'opera di rammendo, annunciata dal premier Matteo Renzi, non è ancora stata approvata in commissione Bilancio ed è già oggetto di critiche feroci.

«L'emendamento del Governo alla legge di stabilità che predispone un piano nazionale per la rigenerazione e riqualificazione delle aree urbane degradate, con un investimento di 50 milioni per il 2015 e altri 150 per il 2016 e il 2017, sembrerebbe finalmente dare l'avvio ad una seria politica di sviluppo delle città e rigenerazione delle periferie». La possibilità, però, rischia di rimanere sulla carta, dal momento che si prova ad attuarla «con i metodi bizantini propri della vecchia politica italiana. Il piano nazionale sostituisce, infatti, il piano città del 2012, i cui limiti di visione e di organizzazione ne hanno decretato il sostanziale fallimento, riproducendone la carenza di progetto e un'assurda burocrazia nel processo di attuazione».

(...)

 

vai alla pagina web de Il Sole 24Ore Edilizia e Territorio con il testo dell'articolo

 

 

Cnappc: il Piano per le periferie riproduce il fallimentare Piano Città

edilportale.com
16 dicembre 2014

 

“L’emendamento del Governo alla Legge di Stabilità e Sviluppo che predispone un Piano nazionale per la rigenerazione e riqualificazione delle aree urbane degradate (leggi tutto) sembrerebbe finalmente dare l’avvio ad una seria politica di sviluppo delle città e rigenerazione delle periferie se, ancora una volta, non si volesse poi attuarla con i metodi bizantini propri della vecchia politica italiana”.

“Il Piano nazionale sostituisce, infatti, il Piano Città del 2012, i cui limiti di visione e di organizzazione ne hanno decretato il sostanziale fallimento, riproducendone la carenza di progetto e un’assurda burocrazia nel processo di attuazione”.

Così il Consiglio Nazionale degli Architetti, Pianificatori, Paesaggisti e Conservatori.

“Il limite dell’emendamento - continua il Cnappc - è quello di definire genericamente obiettivi e parametri di selezione dei progetti, senza una visione chiara e motivata della strategia e della sua stretta connessione con lo sviluppo sostenibile dell’Italia. In più, ripetendo l’errore fatto con il Comitato per le politiche urbane, istituisce un Nucleo di valutazione dei progetti interministeriale composto, se abbiamo fatto bene i conti, da almeno 15 persone a cui, dopo l’approvazione del bando (31 marzo 2015) i Comuni dovranno trasmettere i progetti ‘tempestivamente cantierabili’ che saranno selezionati entro la fine di settembre per il finanziamento”.

(...)

 

vai alla pagina web di edilportale.com con il testo dell'articolo

 

 

Mappa del sito