Il Sole 24Ore
17 marzo 2015
Giorgio Santilli 

 

La nuova inchiesta della magistratura fiorentina sulle grandi opere ripropone la questione della corruzione diffusa in Italia, in particolare nel settore degli appalti. Prima di ogni altra considerazione va ripetuto che qualunque atto di corruzione deve essere punito severamente: ladri e corrotti devono stare in galera e il malaffare va estirpato dal tessuto economico italiano. (...)

Il malaffare frena la crescita, penalizza gli imprenditori onesti, falsa la concorrenza, accolla alla cittadinanza tempi e costi di realizzazione esorbitanti. L’inasprimento delle pene per i corrotti, contenuto nella legge anticorruzione all’esame del Senato, serve a questo scopo e andrebbe varato al più presto, anche se la corruzione va battuta anche con altri strumenti, non meno importanti: una drastica semplificazione delle regole degli appalti (e più in generale dell’attività economica) e una vigilanza/regolazione adeguata, affidata a personalità capaci e al di sopra di ogni sospetto.

(...)

Ancora una volta bisogna ripetere che non è il caso di buttare via il bambino con l'acqua sporca. Una politica delle grandi opere è necessaria in questo Paese, anche se va corretta (e già si sta correggendo) rispetto al passato, con una pianificazione certa e chiara, analisi costi-benefici, progetti all’altezza, procedure trasparenti, vigilanza dalla corruzione e dalle infiltrazioni mafiose. Bisogna realizzare tutte le opere che servono, solo le opere che servono, con gare concorrenziali e modalità di esecuzioni contrattuali semplici e trasparenti. (...)

 

 

Corruzione: architetti, c'è perché controllato e controllore coincidono

Adnkronos/Labitalia
17 marzo 2015

 

"Non commentiamo gli aspetti giudiziari, aspettiamo i diversi gradi di giudizio per farlo. C'è una cosa però evidente che emerge da questa vicenda e che noi denunciamo da anni. E cioè che appalto integrato e general contracting sono fonte di corruzione, perchè controllato e controllore coincidono". Così Leopoldo Freyrie, presidente del Consiglio nazionale degli architetti, pianificatori, paesaggisti e conservatori, commenta, con Labitalia, gli arresti ordinati dalla procura di Firenze sugli appalti nelle Grandi Opere.

Freyrie ricorda che in passato "con la legge Merloni c'era un sistema di controllo" degli appalti, "ma con gli appalti integrati e il general contracting è tutto saltato: l'impresa ha la direzione dei lavori, controlla in pratica se stessa".

Per Freyrie, "anche se la maggioranza dei general contracting e degli appalti integrati operano in modo onesto", il sistema attuale crea "non solo corruzione ma anche un allungamento dei costi e dei tempi di realizzazione delle opere".

 

 

Appalti (e tangenti), tutte le grandi opere della Legge Obiettivo

casaeclima.com
17 marzo 2015

 

Da più di 14 anni in Italia il sistema delle grandi opere è vissuto anche e soprattutto grazie alla cosiddetta 'Legge Obiettivo'. Con quanta trasparenza negli appalti -  come ci insegna l'esito dell'operazione 'Sistema', conclusasi con 50 indagati e quattro arrestati, fra cui Ercole Incalza, storico dirigente del ministero dei Lavori pubblici, identificato dalla procura di Firenze come il 'deus ex machina' dell'intero sistemo corruttivo - è dato dubitare. Le vicende sono tristemente note e non val la pena ripercorrerle nel dettaglio. Il 9° Rapporto "L’attuazione della 'legge obiettivo'. Lo stato di attuazione del Programma'", redatto dalla VIII Commissione ambiente, territorio e lavori pubblici, in collaborazione con l'Autorità nazionale anticorruzione, ci consente, però, di fare il punto sulle grandi opere e i relativi appalti avviati a partire dal 2001.

(...)

 

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