Corriere Economia 
18 aprile 2016
Isidoro Trovato

 

Gli architetti hanno il loro nuovo presidente, si chiama Giuseppe Cappochin (presidente dell’Ordine di Padova) e prende il posto di Leopoldo Freyrie. Un cambio nel segno della continuità per una categoria alle prese con una serie di problemi che intrecciano le sorti della professione con quelle dell’edilizia e delle grandi opere pubbliche di questo Paese.

Le proposte

«Promuovere il riuso, la rigenerazione urbana sostenibile e l’impegno contro il consumo netto del suolo — sostiene Cappochin — restano le nostre priorità, non solo per agganciare la ripresa e superare la crisi in cui versa il settore dell’edilizia: la rigenerazione urbana e dei territori e la qualità dell’architettura, sono infatti, in grado di realizzare, così come sta già avvenendo nelle maggiori realtà europee, città belle, efficienti da un punto di vista energetico e funzionale, conducendoci alla crescita economica, culturale e sociale indispensabile quanto mai all’Italia in questo momento».

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Il progetto

Rimane l’eterno (e spesso invincibile) nemico rappresentato dalla burocrazia. «Almeno si tratta di un nemico uguale per tutti, giovani e anziani — sorride il presidente degli architetti —. La burocrazia uccide il progetto e il suo valore. Tutto finisce per essere inghiottito da un iter troppo complesso e articolato che non mette nemmeno al riparo dai pericoli di trucchi e raggiri. La cronaca ci dice che più si spezzettano gli appalti e subappalti, più diventa alto il rischio di corruzioni e interessi illeciti. In tutto questo diventa troppo marginale la qualità della progettazione e questo è un trend che deve essere invertito».

 

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