Il Sole 24Ore Edilizia e Territorio 
29 giugno 2015
Giuseppe Latour

 

 

Rigenerazione e servizi pubblici fuori dai vincoli della legge. Meno deroghe per le grandi opere strategiche. E ampliamento delle destinazioni previste per gli oneri di urbanizzazione. Sono le tre novità principali arrivate con il pacchetto di emendamenti appena presentato dai relatori Chiara Braga e Massimo Fiorio al Ddl sul consumo di suolo. Cambiamenti che puntano, soprattutto, a rendere il disegno di legge più morbido in alcuni passaggi, per trovare un compromesso che consenta di portare finalmente il testo in Aula, dopo mesi di discussione. Il termine per i subemendamenti è fissato per il prossimo 2 luglio. Solo allora sarà possibile capire che direzione prenderà la discussione nelle prossime settimane.

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L'assessore di Roma Caudo: «La rigenerazione vera chiave per ridurre il consumo di suolo»

L'assessore alla Trasformazione urbana del Comune di Roma sul testo all'esame della Camera: «La filosofia del disegno di legge va invertita»

Il Sole 24Ore Edilizia e Territorio 
29 giugno 2015
Giuseppe Latour

 

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Ddl sul consumo di suolo, Pd alla ricerca di una mediazione «alta» tra blocco e riqualificazione

 

L'obiettivo di contenere il consumo di terreno inedificato è giusto, ma bisogna evitare norme-manifesto e favorire la riqualificazione urbana

Il Sole 24Ore Edilizia e Territorio 
29 giugno 2015
Giorgio Santilli

 

La legge sul consumo del suolo è una legge controversa da sempre che poggia su dati statistici inconfutabili relativi all'accelerazione del consumo del suolo (anche) in Italia (anche su questi dati trovate un articolo) e quindi ha una sua ratio solida. 

Al tempo stesso, però, la legge vuole essere trasformata in norma-manifesto da quelle formazioni politiche radicali – come M5S e Sel - che vorrebbero usare dati e argomenti per ingessare totalmente qualunque forma di sviluppo territoriale in Italia. Questo rende il provvedimento estremamente ambiguo fin dalle definizioni: in particolare, nel testo che ora si va emendando, era previsto che venisse equiparata a "terreno agricolo" (quindi non edificabile) qualunque area, anche urbana, "allo stato di fatto non impermeabilizzata". Sia pure con una fase transitoria articolata, di fatto questo si tradurrebbe in prospettiva in un blocco pressoché totale dell'attività costruttiva.

Il punto-chiave è che mentre si blocca il consumo del suolo bisogna, d'altra parte, accelerare le riqualificazioni in ambito urbano che consentano di dare quelle risposte (di servizi, di alloggi, di infrastrutture essenziali) che i cittadini si attendono. 

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