Quando: Da 10 Ottobre 2024 a 28 Novembre 2024

Tra Ottobre e Novembre 2024, l’Ordine degli Architetti PPC della Provincia di Rimini torna a promuove l’iniziativa Riuso del Moderno, giunta quest’anno alla terza edizione. L’evento si articola da una parte attraverso un nucleo di mostre tematiche allestite, durante tutto il mese di Ottobre, presso l’Ala Moderna del Museo della Città, e dall’altra attraverso alcuni incontri seminariali programmati durante i mesi di Ottobre e Novembre. L’intento dell’iniziativa è quello di indagare e verificare gli aspetti di una molteplice azione di valorizzazione di un patrimonio architettonico inteso come eredità storica da preservare e trasmettere alle future generazioni, in continuità con quanto emerso già durante l’VIII Congresso Nazionale degli Architetti PPC (Roma, 2018), là dove è stata posta particolare attenzione al tema della «rigenerazione urbana da considerarsi come alternativa virtuosa alle espansioni incontrollate e all’ulteriore consumo di suolo» (Manifesto conclusivo). Al tempo stesso, l’evento si configura anche come importante occasione per «tornare a parlare pubblicamente - così come è stato ribadito sempre all’VIII Congresso
Nazionale degli Architetti PPC - di territorio, accendendo un faro per una nuova domanda di Architettura,
intesa come richiesta di cultura, qualità, trasparenza e legalità». A differenza delle edizioni precedenti,
Riuso del Moderno 3 si caratterizza per una maggiore attenzione riservata al confronto interdisciplinare,
con uno spazio particolare riservato al mondo dell’arte. Quattro sono i focus su cui si regge fondamentalmente l’impianto di Riuso del Moderno 3:
• la rigenerazione urbana come orizzonte operativo all’interno del quale ripensare lo stesso riuso dei singoli interventi, con uno sguardo particolare rivolto agli ambiti dei centri storici;
• il grattacielo quale esperienza costruttiva che ingloba in sé sia una visione di territorio tipica della modernità, sia il configurarsi come vero e proprio “laboratorio” di convivenza sociale e civile;
• gli edifici industriali dismessi come patrimonio di comunità, sempre più oggetto d’interesse nel quadro di rinnovati processi di rigenerazione urbana;
• l’esperienza radicale del gruppo Mutoid testimonianza concreta, sul piano della “provocazione” artistica, quale profetica “critica operativa” ad una dilagante cultura dello scarto, che Contraddistingue buona parte della nostra società contemporanea.

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