CARA CASA. Il Festival itinerante sull’abitare tra Milano, Venezia, Bologna, Genova ha l’obiettivo di indagare come sono cambiati i modi abitare delle persone, coinvolgendo i cittadini in quanto protagonisti di questi cambiamenti, per aprire una riflessione ampia sulle forme dell’abitare per definire una visione condivisa e plurale, declinata su temi specifici in ogni territorio dove si svilupperà il programma.
Il Festival avrà luogo tra il 15 e il 30 aprile 2023 nelle varie città italiane coinvolte mediante una serie di iniziative culturali e divulgative di varia natura, e dopo l’estate si svilupperà un seguito delle attività in alcune città europee.
L’abitare e le città
Tutte le città, in Italia e nel mondo, si sono trovate negli ultimi decenni a dover affrontare mutamenti e dinamiche con implicazioni dirette sulle modalità abitative, anche se con situazioni differenti fra loro, che richiedono valutazioni specifiche a seconda delle dinamiche in atto. Ci sono città costrette a confrontarsi con il tema dello spopolamento, nonostante i costi delle case siano contenuti, il che ne mina la vitalità e la sopravvivenza stessa; altre città in cui la domanda abitativa è costantemente in crescita, ma il costo delle case sta escludendo porzioni sempre più ampie di popolazione, o ancora città in cui la questione urgente è quella del riposizionamento rispetto a trend dettati dalla domanda abitativa temporanea di turisti, studenti, nomadi digitali, city users che ha colonizzato centri storici e tessuti urbani modificandone l’identità stessa. In alcuni casi queste differenti dinamiche si sovrappongono o interessano porzioni discrete di tessuto urbano definendo aree con pesi e valori variabili. Le città promotrici del Festival dell’abitare (Milano, Genova, Venezia, Bologna) rappresentano ognuna uno di questi fenomeni.
Le forme dell’abitare
Gli eventi recenti hanno accelerato alcuni fenomeni già in essere nella società; le continue emergenze stanno costringendo la collettività ad attivare processi e sperimentazioni che, diversamente, avrebbero probabilmente impiegato alcuni anni a emergere. Negli ultimi decenni la casa è diventata sempre più il luogo in cui svolgere attività, private e pubbliche, che in precedenza si svolgevano al di fuori dell’abitazione quali lavorare, trascorrere il tempo libero e accogliere virtualmente la città globale. Se possiamo dire molto su come è cambiato il modo di abitare, esprimendosi in modo più aperto e dinamico, ibrido, più difficilmente riusciamo a ricondurre le importanti trasformazioni e la profonda evoluzione dell’abitare e dei modi di vita a spazi che rappresentino quel cambiamento. Lo spazio casa ha forme che sono rimaste sostanzialmente immutate, rispetto al cambiamento dei nostri modi di vivere: come se lo spazio dell’abitare e i modi dell’abitare viaggiassero su due linee del tempo differenti e si trovassero ora in fasi evolutive non allineate. Ma sappiamo come realmente sono vissute le case di oggi? Possiamo fare una fotografia di come questi spazi tradizionali sono stati adattati per accogliere nuovi bisogni e pratiche? Sono almeno due i punti di vista che si possono adottare nel valutare le possibili evoluzioni degli spazi della casa: la trasformazione degli spazi interni dell’abitazione e la loro composizione, anche in relazione all’edifico che li contiene, e l’articolazione delle nuove modalità abitative possibili, oltre l’appartamento tradizionale mononucleare.
L’abitare e lo spazio pubblico
Se è interessante indagare come l’abitare abbia modificato l’uso dello spazio tradizionale (compresi pianerottoli, atri, tetti, balconi, giardini) è anche vero che l’abitare si è negli ultimi anni dilatato per cercare nuovi luoghi in cui esprimersi, ibridando spazi nati per altre funzioni o usando lo spazio pubblico delle città per esprimere le articolazioni del vivere che lo “spazio casa” non era più in grado di accogliere. Lo spazio pubblico pensato come un’estensione della casa implica che esso sia progettato e disegnato per essere accogliente e fruibile. Soprattutto nelle periferie, la mancanza di disegno e di pensiero progettuale ha fatto sì che quello spazio sia spesso solo luogo di transizione diventando luogo di segregazione e non di coesione e condivisione. Il PNRR offre un’occasione per ripensare radicalmente alcuni dei grandi quartieri residenziali esistenti, ma come la residenza disegna l’espansione della città, trasformando queste problematiche parti di territorio?
Il Festival si propone di indagare quindi la casa come questione complessa, dinamica e multidimensionale e con implicazioni sociali, economiche, progettuali e ambientali. Il Festival avrà luogo nel mese di aprile 2023 nelle varie città italiane coinvolte mediante una serie di iniziative culturali e divulgative di varia natura, e dopo l’estate si svilupperà un seguito delle attività in alcune città europee.