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27 febbraio 2017
Paola Pierotti

 

Architettura e periferie assenti nel bilancio triennale di Dario Franceschini come ministro per la Cultura e il Turismo. È online il documento che propone una ricognizione dettagliata delle principali azioni del Ministero dei beni e delle Attività Culturali e del Turismo, guidato da Franceschini a partire dal 22 febbraio del 2014. “Non è solo un elenco, ma un primo tassello di una sfida più grande che dobbiamo affrontare come sistema Paese – ha dichiarato Franceschini – scommettere sulla cultura come chiave per costruire il futuro, una direzione possibile verso la quale c’è ancora molto da lavorare”. Settanta pagine testo, di cui metà sono estratti di comunicati stampa e tweet del ministro: la parola architettura è citata una volta, periferie due.

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Dalla fine del 2014 Franceschini ha voluto un ufficio dedicato al contemporaneo: la Direzione Generale Arte e Architettura contemporanee e Periferie urbane (Dgaap) guidata da Federica Galloni. Il Mibact è in prima linea in occasione della Biennale, Arte e Architettura, con il ruolo di commissario del Padiglione Italia. Non solo, nei mesi scorsi la Direzione competente ha lanciato anche un concorso con il Cnappc riservato ai giovani professionisti per riqualificare dieci periferie italiane. La Dgaap è stata recentemente interpellata anche da un gruppo di architetti italiani per sollecitare una legge italiana per l’architettura, raccogliendo 1700 firme per rafforzare la petizione, ma la palla è stata passata al Consiglio Nazionale degli Architetti. Se si guarda al contemporaneo e alla rigenerazione urbana, oltre a mostre, cataloghi ed eventi non si vedono risultati tangibili.

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