La Stampa
15 gennaio 2017
Francesca Sforza

 

Dopo il tremendo terremoto di Sendai nel marzo 2011, l’architetto giapponese Toyo Ito è andato di persona tra gli sfollati. «Ho parlato con loro per giorni e ho capito che più di ogni altra cosa avevano bisogno di consolazione», ha detto ieri durante una lectio al MaXXI di Roma, che con lui ha inaugurato la mostra «The Japanese House. Architettura e vita dal 1945 a oggi» (fino al 26 febbraio). L’auditorium era pieno, fuori la fila per seguirlo dal maxi schermo era lunghissima. «Ci è dispiaciuto aver dovuto mandare via 400 persone perché non c’erano più posti - dice Pippo Ciorra, curatore della mostra -. Sono molte le persone per cui Toyo Ito rappresenta uno dei più grandi architetti del mondo». 

Da quell’idea di offrire uno spazio di consolazione per le vite e le cose travolte dal terremoto, Toyo Ito tirò fuori «Home for all», piccole strutture tradizionali che davano soprattutto la possibilità di stare vicini l’un l’altro come davanti a un fuoco acceso. (...)

 

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