Il Sole 24Ore Edilizia e Territorio 
18 maggio 2016
Mauro Salerno

 

Incentivare la «rottamazione» dei vecchi edifici, attraverso bonus fiscali e semplificazioni normative, per dare sostanza all'obiettivo di ridurre il consumo di suolo e rilanciare le città. In una brutale sintesi è questa la proposta avanzata dai costruttori al Governo in un articolato documento che fa il punto sugli investimenti (spesso fallimentari: vedi «piano città 2012») messi in campo per la riqualificazione urbana e chiede di scommettere con decisione sugli interventi di demolizione e ricostruzione, per rinnovare il patrimonio edilizio adeguandolo ai nuovi standard di efficienza energetica e mettere un po' di benzina nel motore dei cantieri che tarda a riaccendersi. «Negli ultimi mesi del 2015 eravamo più ottimisti sulla ripresa economica, invece, nei primi dati di quest'anno vediamo luci ed ombre e siamo un po' preoccupati», dice il presidente dell'Ance Claudio De Albertis.

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L'aumento delle transazioni per l'edilizia residenziale e della richiesta dei mutui, ha aggiunto De Albertis, non deve ingannare: «Interessa per le case esistenti e non il nuovo, genera volumi, ma non investimenti» con ricadute sulla qualità degli edifici e delle città. Performance peggiori del previsto, per l'Ance, arrivano anche dall'andamento dei lavori pubblici, prima dell'entrata in vigore del Dlgs 50/2016 che ha riformato il sistema degli appalti. Dagli ultimi dati emerge infatti che dopo la crescita registrata nel biennio 2014-2015, nei primi tre mesi dell'anno i bandi per lavori pubblici segnano un calo del 13,5% nel numero di gare e del 35,4% degli importi a base d'asta (1,7 miliardi in meno dell'anno scorso).

 

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