Il Sole 24Ore Edilizia e Territorio
18 maggio 2016
Giuseppe Latour
Non sarà un percorso facile quello del Ddl sul consumo di suolo. Dopo il via libera di Montecitorio, la legge approda in Senato, dove la seconda lettura si annuncia ad alto rischio. Il passaggio in Aula alla Camera, in realtà, ha portato correzioni che hanno allargato il consenso su un provvedimento contestassimo fin dalla prima ora per il suo impianto fortemente vincolistico. Soprattutto due limature, volute dai relatori Chiara Braga e Massimo Fiorio, sono destinate ad ammorbidire i vincoli del testo: la revisione della definizione di suolo agricolo e la correzione della fase transitoria, con la possibilità di fare salvi gli interventi per i quali sia stata semplicemente presentata un’istanza. Correzioni su cui anche Confindustria, che pure è stata da sempre critica, esprime apprezzamento, sottolineando il lavoro e il confronto degli ultimi mesi. E ieri un apprezzamento per la correzione di rotta è arrivato anche dal presidente dell’Ance, Claudio De Albertis: «Un Ddl equilibrato che siamo pronti a sostenere».
Un primo miglioramento è arrivato sul fronte delle esclusioni. In sostanza, nell’economia del Ddl è fondamentale la definizione di suolo agricolo: le aree che ricadono nei limiti indicati dall’articolo 2 sono sottoposte ai vincoli della legge. Durante i lavori parlamentari, però, sono state previste alcune eccezioni che fanno salve, tra le altre, le «aree funzionali all’ampliamento delle attività produttive esistenti» e «i lotti interclusi e le aree ricadenti nelle zone di completamento». Questa doppia correzione, da un lato, riduce il rischio di veti nella localizzazione e nell’ampliamento degli impianti produttivi e delle infrastrutture. Dall’altro permette di valorizzare, in chiave di rigenerazione, le aree libere con funzioni di “ricucitura”.
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