Il Sole 24Ore
29 gennaio 2015
Guglielmo Saporito

 

Il decoro non è più un parametro valido per verificare le tariffe professionali. Lo sottolinea il Consiglio di Stato con la sentenza 22 gennaio 2015 n. 238, generata da un ricorso dell’Ordine dei geologi, ma estensibile a tutte le professioni. Si discuteva infatti delle sanzioni dell’Autorità garante della concorrenza (Antitrust), irrogate perché l’Ordine aveva adottato criteri e parametri per determinare tariffe. Quindi, una situazione identica a quella di altre professioni collegiate (avvocati, notai, professioni tecniche).

Il problema è sorto con il Dl 223/2006 (articolo 2), che ha eliminato i minimi tariffari: minimi che secondo l’Antitrust non possono essere reintrodotti attraverso principi deontologici di corretto comportamento. Ora, con questa sentenza del Consiglio di Stato, i prezzi praticati dai professionisti non sono più oggetto di una verifica di decoro deontologico, concludendo un percorso che ha coinvolto la Corte di giustizia Ue.

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Le conseguenze nei confronti degli Ordini sono immediate: viene meno la possibilità di indagine sulle tariffe applicate, qualora tale indagine si fondi sull’intenzione di garantire il decoro della professione. Via libera, quindi, alla più ampia concorrenza, perché - sottolinea il Consiglio di Stato - il consumatore ha specifici rimedi civilistici per tutelarsi e la qualità della prestazione non può essere verificata dall’Ordine attraverso il parametro del decoro.

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Compensi professionali, vietato qualsiasi riferimento al decoro

Consiglio di Stato: le valutazioni sulla dignità reintrodurrebbero i minimi tariffari abrogati e non tutelerebbero i clienti

 

edilportale.com
30 gennaio 2015
Paola Mammarella

 

Nel calcolo dei compensi professionali non ci può essere nessun riferimento al decoro. Lo ha ribadito il Consiglio di Stato che, con la sentenza 238/2015, ha convalidato la tesi della Corte di Giustizia Europea.

La pronuncia del Consiglio di Stato è arrivata dopo una serie di passaggi. Il Consiglio Nazionale dei Geologi aveva chiesto chiarimenti alla UE sul proprio Codice deontologico che, a detta dell’Antitrust, conteneva elementi restrittivi rispetto a quanto previsto dal Trattato sul funzionamento dell’Unione Europea.

(...)

Aggiungendo a questo che il riferimento al decoro non avrebbe tutelato maggiormente i clienti dei professionisti, il CdS ha chiuso la contesa osservando che in questo modo sarebbero stati reintrodotti in modo indiretto i minimi tariffari, aboliti dal Decreto Bersani e dal Decreto Liberalizzazioni.

La determinazione dei compensi deve quindi basarsi solo sulla libera contrattazione tra le parti.

 

 

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