Addio al 96enne architetto franco-ungherese Yona Friedman, teorico delle "utopie realizzabili".

Nella sua visione radicale l’architettura, infatti, deve poter essere realizzata dagli stessi abitanti e l’architetto può fornire loro solo alcune indicazioni per la sua realizzazione.

Friedman ha sviluppo la famosa teoria dell’ “architettura mobile” , teorizzata alla fine degli anni Cinquanta, che si interroga sulla natura dell'architettura e sull'identità di chi ne usufruisce da un punto di vista sociologico, psicologico e costruttivo.

Ha collaborato a lungo con le Nazioni Unite e con l’Unesco su progetti di auto-costruzione da parte della popolazione nei Paesi sottosviluppati.

Tra le sue opere più importanti il completamento a Madras, in India, nel 1987 del Museum of Simple Technology, realizzato secondo i suoi principi innovativi utilizzando materiali locali come il bambù.

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