La Torre Medievale di Sant'Agostino crollata a gennaio, la chiesa di San Francesco collassata con il suo straordinario portale, Sant'Antonio Abate abbattuta dalle ultime scosse. Ad Amatrice, denunciano i cittadini superstiti in una drammatica lettera al ministro Franceschini, la messa in sicurezza e il recupero del patrimonio d'arte procedono con "irresponsabile lentezza", affidate "a pochi, eroici funzionari" Mibact "con scarsi mezzi". Mentre tutti quelli che nella  popolazione avrebbero potuto e voluto dare una mano, dagli storici locali ai parroci, dagli ispettori onorari agli impiegati del comune e del museo civico, i restauratori, sono stati "tenuti fuori da qualsiasi iniziativa del ministero". Tra le firme - oltre 130 - anche quella dell'architetto Brunella Fratoddi, curatrice del catalogo del Museo civico e  collaboratrice di Floriana Svizzeretto, la direttrice del Museo morta ad agosto sotto le macerie. "Tutti i giorni, dal 24 agosto 2016 -si legge nella lettera resa nota dal sito Emergenza Cultura- stiamo assistendo alla sconcertante e irresponsabile  disattenzione nei confronti del patrimonio monumentale di Amatrice". I toni sono gentili, ma l'accusa e' durissima: "le ultime scosse non avrebbero cancellato un ulteriore pezzo della nostra storia se, a partire dal 24 agosto (...) ci fosse stato  un immediato impegno organizzativo e un'efficiente capacità programmatrice, in grado di predisporre un piano di intervento rapido con l'urgenza che richiedeva una situazione di eccezionale emergenza, a partire da una mappatura del territorio che individuasse una scaletta e un crono programma cadenzato sulle priorità monumentali colpite dal sisma, in relazione al loro valore storico artistico e culturale". L'appello al  ministro trova parole accorate: "ma Lei, signor ministro, si rende conto che (...) stiamo perdendo un pezzo della nostra storia?".

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