la Repubblica - Roma
9 dicembre 2015
Sara Grattoggi

 

Le trasformazioni sociali e urbane, le tensioni e i conflitti politici l'hanno resa il simbolo di un cambiamento globale. Che il Maxxi ha deciso di raccontare, attraverso oltre cento opere di 45 fra artisti e architetti, nella mostra "Istanbul. Passione, gioia, furore", seconda tappa del progetto dedicato alle realtà culturali del Mediterraneo, iniziato nel 2014 con l'esposizione dedicata all'arte contemporanea iraniana.

Curata da Hou Hanru, Ceren Erdem, Elena Motisi e Donatella Saroli, la mostra che si apre venerdì esplora i cambiamenti urbani della città, con particolare attenzione alla gentrificazione, alla crisi ecologica e alle iniziative di autorganizzazione, evidenzia i conflitti politici e la resistenza - con opere che trattano temi legati alla giustizia e alla violenza - ma anche le urgenze geopolitiche, come la questione delle minoranze e dei rifugiati. Proponendo però anche soluzioni nuove, all'insegna della speranza. Tutto questo in un percorso che coinvolge grandi opere, nuove produzioni artistiche, testimonianze audio e video, in una molteplicità di linguaggi.

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