Corriere della Sera 
29 marzo 2016
Aldo Cazzullo

 

Renzo Piano spiega al Corriere come progetta nuove città contro la barbarie: «Dobbiamo recuperare la bellezza nascosta nelle periferie, dalle banlieue di Parigi al Giambellino. Sono amico di Beppe Grillo, ma non condivido la sua paura del futuro. Al referendum sul Senato voterò sì, ma non vorrei perdesse il suo ruolo».

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La scommessa delle periferie

«Le periferie sono sempre associate ad aggettivi negativi. Sono considerate desolanti, alienanti, degradate, brutte. Proviamo invece a guardarle con occhio positivo, a cercare quel che c’è di sano. Le periferie sono ricchissime di una bellezza umana e spesso anche di una bellezza fisica, che è nascosta, che emerge qua e là. Come scrive Italo Calvino nella postfazione delle Città invisibili, anche le più drammatiche e le più infelici tra le città hanno sempre qualcosa di buono. Questo approccio alla periferia è come andare a caccia di perle, di scintille. Viene da lontano, dal mio essere genovese, uno che non butta via niente: Braudel l’aveva capito, Genova stretta tra il mare e la montagna è stata educata a non sprecare nulla. Così, quando Napolitano mi fece senatore a vita, mi è venuto naturale pensare che il mio impegno politico sarebbe stato far lavorare giovani architetti nelle periferie italiane. Quest’estate porteremo i progetti alla Biennale dell’architettura».

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