"Dopo gli importanti interventi per mettere sotto controllo i conti pubblici e per combattere l'evasione fiscale, l'Italia deve urgentemente intraprendere delle politiche finalizzate a garantire la ripresa economica e a tutelare la qualità del proprio territorio e delle proprie città, nell'ottica di ricreare un habitat urbano che consenta alle nuove generazioni di vivere, lavorare e contribuire alla  crescita del Paese. Per dare competitività e per attrarre gli investimenti, anche esteri, serve ridare efficienza, sicurezza e vivibilità alle cento città italiane che ospitano il 67% della popolazione italiana e che rappresentano il principale patrimonio culturale e produttivo del Paese: lì si concentra l'80% del Pil oltreché - con i milioni di case frutto del risparmio dei cittadini degli italiani - la vera garanzia a fronte del debito pubblico".

Così Leopoldo Freyrie, presidente del Consiglio Nazionale degli Architetti, Pianificatori, Paesaggisti e Conservatori.

"È la rigenerazione delle nostre città - continua - l'obiettivo del programma RI.U.SO. , iniziativa lanciata dal Consiglio Nazionale degli Architetti, dall'Ance e da Legambiente, per la riqualificazione del patrimonio immobiliare del nostro Paese, aperta alla collaborazione di tutta la filiera delle costruzioni, del mondo della ricerca, di Comuni e Regioni, così come della Cassa Depositi e Prestiti, dell'Agenzia del Demanio, delle Fondazioni Bancarie, della Banca Europea di Investimenti".


"Serve attivare politiche ambientali, strumenti urbanistici e finanziari per realizzare un Piano Nazionale per la Rigenerazione Urbana Sostenibile - sul modello del Piano Energetico Nazionale - che abbia come obiettivi la messa in sicurezza, manutenzione e rigenerazione del patrimonio edilizio pubblico e privato; la drastica riduzione dei consumi energetici  ed idrici degli edifici; la valorizzazione degli spazi pubblici, la salvaguardia dei centri storici, la tutela del verde urbano; la razionalizzazione della mobilità urbana e del ciclo dei rifiuti e l'implementazione delle infrastrutture digitali innovative con la messa in rete delle città italiane".

"Le risorse per l'attuazione del Piano - continua ancora - possono essere attinte dalla messa a sistema dei finanziamenti dei programmi comunitari; dal riequilibrio degli investimenti pubblici tra grandi infrastrutture e città; dal risparmio derivante dalla messa in sicurezza di edifici e abitati rispetto ai danni causati  da terremoti ed  eventi calamitosi derivanti dalla condizione idrogeologica; dalla razionalizzazione dei contributi e delle incentivazioni pubbliche sull'energia; dalla messa a sistema degli investimenti privati pubblici per le manutenzioni ordinarie e straordinarie; dalla valorizzazione delle dismissioni del patrimonio pubblico e dalla creazione di strumenti finanziari ad hoc che mettano a reddito il risparmio energetico, idrico, e la manutenzione, erogando adeguati bonus volumetrici a fronte di un impatto ambientale vicino allo zero e alla adozione di innovazioni tecnologiche utili all'efficienza tecnologica e infrastrutturale delle città."

Un provvedimento che, ad esempio, potrebbe essere adottato nell'immediato - sottolinea il presidente degli architetti italiani - può essere quello di destinare una significativa porzione della Carbon tax, introdotta dall'articolo 15 della Delega Fiscale in corso di approvazione, al programma di Ri.u.so. e, in particolare, a costituire l'elemento fondante il Piano Nazionale per la Rigenerazione Urbana Sostenibile.

"Il primo destinatario della Rigenerazione Urbana Sostenibile è e deve essere il cittadino: ed è un dovere di tutti noi renderlo consapevole dello stato della sicurezza dell'abitare e delle condizioni, anche patrimoniali, dell'immobile su cui ha investito e acceso lunghi mutui. Tanto più nel momento in cui si registra un aumento della pressione fiscale sul patrimonio immobiliare. Il cittadino consapevole deve perciò sapere che gli edifici non sono eterni, che la manutenzione deve essere finalizzata in primis alla sicurezza e al risparmio di risorse, che la qualità e la sicurezza degli spazi pubblici sono un diritto".

"Al Governo e al Parlamento - conclude Freyrie - non chiediamo norme "epocali" o rivoluzionarie, bensì la messa a punto, con  la collaborazione degli architetti italiani, di un Piano strategico che utilizzi per lo più le norme esistenti, adattandole all'innovazione; creando - contemporaneamente - il contesto politico ed economico che consenta di puntare decisamente verso  obiettivi raggiungibili e mettendo a disposizione risorse finanziarie, fiscali e normative adeguate ad un progetto certamente ambizioso ma altrettanto certamente realizzabile".

 

Milano, 20 aprile 2012

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