Corriere della Sera 
12 aprile 2017
Giangiacomo Schiavi

 

Italia da salvare. Non è solo un titolo. Non è solo una mostra. È un moto perpetuo, un impegno mai finito contro gli orrori e le devastazioni del paesaggio. È la battaglia civile di Renato Bazzoni, architetto, urbanista, docente, ambientalista, fotoreporter, antesignano delle grandi campagne di Italia Nostra e del Fai in difesa del patrimonio di bellezza che fa ricco il Belpaese. Ma è anche un articolo di giornale, in questo caso del Corriere della Sera e di Indro Montanelli, una scarica adrenalinica di indignazione contro il degrado dei centri storici, il forsennato disboscamento, la dilapidazione del verde, il saccheggio dei siti archeologici.

Guardi le foto, alla Villa Reale di Monza, che documentano lo scempio tollerato dall’incultura politica e da un’opinione pubblica distratta e leggi il commento del giornalista, che chiama alle armi un popolo senza nome che alimenta con la sua indifferenza l’inerzia di Stato, poi ti domandi: ma è materia di cinquant’anni fa o è ancora tutto attuale, sovrapponibile alle denunce dei nostri Stella e Rizzo sulla frenesia speculativa dal Nord al Sud, con le coste sempre a rischio, gli antichi monasteri che cadono a pezzi, l’edilizia selvaggia che deturpa i paesaggi, i siti archeologici maltenuti e Venezia, come sempre, che muore? (...)

La tappa monzese dell’Italia da salvare (che resterà aperta fino al primo maggio) ha un titolo nuovo: «Conoscere e amare l’Italia». Anche in Brianza ci sono tesori da salvare, non solo capannoni industriali. «Cerchiamo di dare spunti e riflessioni su un territorio che molti conoscono soltanto per luoghi comuni», spiega il capo delegazione, Elena Colombo.

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