la Repubblica Milano
19 marzo 2017
Alessia Gallione

 

A Palazzo Marino hanno già fatto una prima stima. Calcolando che da dicembre, quando è stato dato il via ufficiale alla cosiddetta «fase della condivisione», a oggi sarebbero già diecimila le persone che, in vari modi, hanno partecipato al dibattito sulla Milano che verrà. Un conto che è destinato a crescere, mano a mano che si avvicina aprile, il mese caldo per il futuro urbanistico dei sette scali ferroviari. Perché è allora che si chiuderà il primo momento di «ascolto» della città, che verranno raccolti suggerimenti e indicazioni — a cominciare da quelle arrivate dai municipi — e che il Comune presenterà il documento strategico che disegnerà il destino di quel milione e 200mila metri quadrati di binari da trasformare. «Gli uffici stanno già lavorando con il supporto del Politecnico», spiega l’assessore all’Urbanistica Pierfrancesco Maran. Sarà un passo ulteriore, dopo la delibera di indirizzo del Consiglio dello scorso novembre. E servirà come base per poi arrivare a chiudere — entro l’estate — la trattativa con Fs.

Il ritmo sta crescendo. Come il numero di appuntamenti dedicati al dossier scali. Una partita che appassiona e divide, interessa e anima i quartieri. 

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Anche l’Ordine degli architetti la prossima settimana riunirà attorno a uno stesso tavolo i diversi attori di questa partita, dal Comune alla Regione, dagli esperti a Fs e ai costruttori: «Vogliamo contribuire a un dibattito così importante per la città — dice la presidente Valeria Bottelli. - La serata di giovedì sarà dedicata alle procedure che dovranno essere aperte e trasparenti, con la necessità di fare concorsi di progettazione quando arriverà il momento di pianificare la trasformazione dei singoli scali. Partiremo da un caso di studio internazionale positivo: la trasformazione della zona portuale di Amburgo». Gli stessi padroni di casa del milione e 200mila metri quadrati da dismettere sono molto attivi. Dopo la tre giorni di lavori dello scorso dicembre, all’inizio di aprile presenteranno in una mostra pubblica in zona Porta Genova i disegni immaginati dai cinque progettisti — da Stefano Boeri a Cino Zucchi — chiamati a dare corpo al futuro. Non saranno vincolanti anche perché, una volta chiuso l’accordo urbanistico, bisognerà passare a fare i singoli piani attuativi, scalo dopo scalo. Ma daranno un’idea di come potrebbero apparire tra vent’anni l’area di Farini o quella dello scalo Romana.

 

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