Sono oltre 1.500 i cantieri aperti nelle Marche, sia nel pubblico che nel privato, per la ricostruzione degli edifici, delle attività produttive e delle infrastrutture, per restituire alle popolazioni gli spazi e le condizioni che stanno consentendo di tornare nei territori di appartenenza. "A due anni dal sisma - spiega il presidente della Regione Luca Ceriscioli - si sta concludendo lo stato di emergenza, previsto fino a dicembre e che probabilmente verrà prorogato. La Regione ha ora lo sguardo rivolto alla ricostruzione". Su un totale di 348 milioni di contributi assegnati alle quattro Regioni terremotate, le Marche hanno assunto impegni finanziari per 240 milioni di euro (oltre 46 milioni l'Umbria, oltre 40 il Lazio e quasi 21 l'Abruzzo). "Quella delle Marche è stata una emergenza di carattere eccezionale, perché - ricorda Ceriscioli - ha coinvolto un terzo del territorio. A questo punto sono sostanzialmente concluse tutte le attività principali che stanno consentendo ai cittadini di tornare a casa. Fattori determinanti, sono stati, da un lato la delocalizzazione delle attività produttive (sono aperti oggi 322 cantieri e tutte le attività produttive che avevano fatto richiesta sono state delocalizzate) e, dall'altro, la particolare attenzione per l'edilizia scolastica. Già da un anno, inoltre - aggiunge -, non si raccolgono le macerie per strada e la Regione sta seguendo le demolizioni in collaborazione con i Comuni".

 

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